Discussione:
Manzoni vs Verga
(troppo vecchio per rispondere)
Rikardo
2005-04-11 12:47:53 UTC
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Qualcuno saprebbe spiegarmi come mai un romanzo come "I promessi sposi"
ebbe tanto successo di pubblico e uno come "I Malavoglia" invece si è
rivelato un vero e proprio fallimento, nonostante le tematiche affrontate
siano simili (i protagonisti erano "umili" in entrambi i romanzi, ad es.) ?

Grazie!!
Riccardo
Leo Borbone
2005-04-11 14:15:22 UTC
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On Mon, 11 Apr 2005 14:47:53 +0200, Rikardo
Post by Rikardo
Qualcuno saprebbe spiegarmi come mai un romanzo come "I promessi sposi"
ebbe tanto successo di pubblico e uno come "I Malavoglia" invece si è
rivelato un vero e proprio fallimento, nonostante le tematiche affrontate
siano simili (i protagonisti erano "umili" in entrambi i romanzi, ad es.) ?
Grazie!!
Riccardo
Tra Verga e Manzoni ci sono alcune notevoli differenze.

Innanzitutto i "vinti" e gli "umili" non sono la stessa cosa.
Gli umili del Manzoni sono poveri e deboli che lottano contro i
potenti, i vinti invece non hanno barriere sociali... possono esserlo
tutti indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza. I vinti
inoltre non lottano contro le classi superiori ma aspirano ad esse
spesso urtando contro il volere del fato che li condanna all'
infelicità

Gli umili del Manzoni hanno poi la fede nella Provvidenza che li
consola e anche quando la sventura si abbatte su di loro diventa
"provvida" cioè redimerà i cattivi e renderà migliori i buoni.
I vinti invece non hanno fede religiosa sono abbandonati, soli,
tristi, legati al loro destino di dolore
Fiorelisa
2005-04-11 14:26:14 UTC
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Post by Rikardo
Qualcuno saprebbe spiegarmi come mai un romanzo come "I promessi sposi"
ebbe tanto successo di pubblico e uno come "I Malavoglia" invece si è
rivelato un vero e proprio fallimento, nonostante le tematiche
affrontate
Post by Rikardo
siano simili (i protagonisti erano "umili" in entrambi i romanzi, ad es.) ?
Grazie!!
Riccardo
Il motivo non è legato al tema, ma al modo di condurre la narrazione.
Verga usa la tecnica del narratore nascosto, e ciò ha come conseguenza
una serie di effetti che possono sconvolgere un lettore tradizionalista.
Pensa a quando uno si trova di fronte a personaggi come Zio Crocifisso o
Piedipapera, che vengono introdotti di punto in bianco senza dire chi
sono e che fanno. Il lettore pensa: "Boh, è che è questo Piedipapera?"
Poi l'autore adotta il punto di vista dei personaggi. Ai poveri
Malavoglia gli capita una disgrazia dietro l'altra, e hanno tutto il
paese che è pronto a malignare alle loro spalle e a sparlarli. E
l'autore riporta questi discorsi maligni senza prendere le distanze,
così (al lettore ingenuo) potrebbe dare l'impressione di condividerli,
mentre li sta solo riportando. Ciò provoca un effetto di straniamento.
E' quello che succede anche nella novella "Rosso Malpelo", ad esempio,
dove c'è la celebre frase d'esordio: "Malpelo si chiamava così perchè
aveva i capelli rossi e aveva i capelli rossi perchè era un ragazzo
maligno e cattivo". Verga non è, naturalmente, sul serio convinto che
chi ha i capelli rossi sia cattivo, sta solo riportando un detto
popolare, ma lo fa in modo non mediato. Ecco ciò che può sconvolgere il
lettore.

Ben diverso è l'atteggiamento di Manzoni nei Promessi Sposi: lì c'è un
narratore onnisciente che tiene le fila del racconto, che introduce i
suoi personaggi, che guida il suo lettore all'interno dell'universo
narrativo che ha creato.
Lutrin
2005-04-11 15:40:32 UTC
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Post by Rikardo
Qualcuno saprebbe spiegarmi come mai un romanzo come "I promessi sposi"
ebbe tanto successo di pubblico e uno come "I Malavoglia" invece si è
rivelato un vero e proprio fallimento, nonostante le tematiche affrontate
siano simili (i protagonisti erano "umili" in entrambi i romanzi, ad es.) ?
Grazie!!
Riccardo
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Forse è legato al fatto che, come letterato, Manzoni è di parecchio
superiore a Verga. Ne promessi sposi, c'è indubbiamente l'interesse
suscitato dalla vicenda lunga ed intricata, mentre nei malavoglio lo è
molto meno, ma soprattutto, Manzoni, aveva il dono di saper fare di
periodi molto belli ed elaborati, ricchi di subordinazioni ben
concatenate tra loro e io ti assicuro che la gente, magari non saprebbe
scrivere come manzoni, però sa riconoscere quando si scrive bene e
quando male. Aggiuncici che il Verga, mandò a carte e quarantotto la
bell'idea che pure aveva del romanzo, ostinandosi a scriverlo in un
dialetto che toglieva a lui la possibilità di esprimersi in modo nobile
e a chi lo leggeva quella di comprenderlo.
Lutrin
2005-04-11 15:51:27 UTC
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Prendiamo ad esempio un passo dei promessi sposi, è la *descrizione di
Don Abbondio*



"Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata
verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell'anno 1628, don
Abbondio, curato d'una delle terre accennate di sopra: il nome di
questa, né il casato del personaggio, non si trovan nel manoscritto, né
a questo luogo né altrove. Diceva tranquillamente il suo ufizio, e
talvolta, tra un salmo e l'altro, chiudeva il breviario, tenendovi
dentro, per segno, l'indice della mano destra, e, messa poi questa
nell'altra dietro la schiena, proseguiva il suo cammino, guardando a
terra, e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano
inciampo nel sentiero: poi alzava il viso, e, girati oziosamente gli
occhi all'intorno, li fissava alla parte d'un monte, dove la luce del
sole già scomparso, scappando per i fessi del monte opposto, si
dipingeva qua e là sui massi sporgenti, come a larghe e inuguali pezze
di porpora. Aperto poi di nuovo il breviario, e recitato un altro
squarcio, giunse a una voltata della stradetta, dov'era solito d'alzar
sempre gli occhi dal libro, e di guardarsi dinanzi: e così fece anche
quel giorno."

ed uno di Verga dai malavoglia:

"Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada
vecchia di Trezza; ce n'erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello,
tutti buona e brava gente di mare, proprio all'opposto di quel che
sembrava dal nomignolo, come dev'essere. Veramente nel libro della
parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poiché
da che il mondo era mondo, all'Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li
avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che
avevano sempre avuto delle barche sull'acqua, e delle tegole al sole.
Adesso a Trezza non rimanevano che i Malavoglia di padron 'Ntoni, quelli
della casa del nespolo, e della Provvidenza ch'era ammarrata sul greto,
sotto il lavatoio, accanto alla Concetta dello zio Cola, e alla paranza
di padron Fortunato Cipolla.

Le burrasche che avevano disperso di qua e di là gli altri Malavoglia,
erano passate senza far gran danno sulla casa del nespolo e sulla barca
ammarrata sotto il lavatoio; e padron 'Ntoni, per spiegare il miracolo,
soleva dire, mostrando il pugno chiuso - un pugno che sembrava fatto di
legno di noce - Per menare il remo bisogna che le cinque dita s'aiutino
l'un l'altro."

Lascio a voi i commenti, anche se del resto, questi due brani si
commentano da soli...
Fiorelisa
2005-04-11 17:06:22 UTC
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Post by Lutrin
Prendiamo ad esempio un passo dei promessi sposi, è la *descrizione di
Don Abbondio*
Lascio a voi i commenti, anche se del resto, questi due brani si
commentano da soli...
Sbaglio, o tu implicitamente sostieni che Manzoni è meglio di Verga e il
suo modo di scrivere è molto superiore?
Lutrin
2005-04-11 18:48:17 UTC
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Post by Fiorelisa
Post by Lutrin
Prendiamo ad esempio un passo dei promessi sposi, è la *descrizione di
Don Abbondio*
Lascio a voi i commenti, anche se del resto, questi due brani si
commentano da soli...
Sbaglio, o tu implicitamente sostieni che Manzoni è meglio di Verga e il
suo modo di scrivere è molto superiore?
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*esplicitamente* e a chiare lettere ;-) magari domani o stasera stessa
trovo il tempo di motivare questa mia affermazione. il periodo, è l'arma
segreta di Manzoni, Verga trae forza solo dai temi, ma in quanto a
stile...sappiamo tutti come va la questione. questi argomenti potrebebro
sembrar nuovi, e infatti lo sono, perché i libri ch si usano a scuola,
di tutto parlano tranne che di letteratura, sono editi, stampati,
impressi, schizzati con l'inchiostro forse, ma scritti no

mirate la dottrina che s'asconde
sotto il velame de li versi strani

;-)
Fiorelisa
2005-04-12 09:11:23 UTC
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Post by Lutrin
Post by Fiorelisa
Sbaglio, o tu implicitamente sostieni che Manzoni è meglio di Verga e il
suo modo di scrivere è molto superiore?
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*esplicitamente* e a chiare lettere ;-) magari domani o stasera stessa
trovo il tempo di motivare questa mia affermazione.
Sono curiosa!

il periodo, è l'arma
Post by Lutrin
segreta di Manzoni, Verga trae forza solo dai temi, ma in quanto a
stile...sappiamo tutti come va la questione.
Ah sì? Perchè non ti piace lo stile di Verga? Io penso che Verga sia
importante proprio per il suo stile. I temi sono importanti solo fino a
un certo punto. Se Verga avesse scritto i Malavoglia imitando lo stile
di Manzoni nei Promessi Sposi, il suo sarebbe un romanzo molto banale e
sarebbe presto finito nel dimenticatoio.

Sono d'accordo con te se invece ti limiti a dire che i Promessi Sposi
rivelano un ingegno e un talento straordinari, sicuramente superiori a
quelli di Verga nei Malavoglia. Tuttavia Verga è un grandissimo autore e
il suo stile a me piace tantissimo e trovo che lì risieda la parte
maggiore del suo talento e della sua importanza come scrittore.
Al di là del fatto che io ho una grande passione per tutto ciò che
riguarda la Sicilia!
Lutrin
2005-04-12 09:56:11 UTC
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Post by Fiorelisa
Sono curiosa!
il periodo, è l'arma
Post by Lutrin
segreta di Manzoni, Verga trae forza solo dai temi, ma in quanto a
stile...sappiamo tutti come va la questione.
Ah sì? Perchè non ti piace lo stile di Verga?
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mettiamo a confronto due passi dei promessi sposi e dei malavoglia:

I PROMESSI SPOSI:

Il nostro Abbondio *non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno*,

*tutta una serie di litoti*

*s'era dunque accorto*

*anastrofe, (inversione) necessaria per mantenere l'andamento spedito
del peridodo*

prima quasi di toccar *gli anni della discrezione*,

*elegante perifrasi per «vecchiaia»*

d'essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a
viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.

*arguta metafora*

Aveva quindi, assai di buon grado, ubbidito ai parenti, che lo vollero
prete. Per dir la verità, non aveva gran fatto pensato agli obblighi e
ai nobili fini del ministero al quale si dedicava: procacciarsi di che
vivere con qualche agio, e mettersi in una classe riverita e forte, gli
eran sembrate due ragioni più che sufficienti per una tale scelta. Ma
una classe qualunque non protegge un individuo, non lo assicura, che
fino a un certo segno: nessuna lo dispensa dal farsi un suo sistema
particolare. Don Abbondio, assorbito continuamente ne' pensieri della
propria quiete, non si curava di que' vantaggi, *per ottenere i quali
facesse bisogno d'adoperarsi molto, o d'arrischiarsi un poco*.

*bel parallelismo*

Il suo sistema consisteva principalmente nello scansar tutti i
contrasti, e nel cedere, in quelli che non poteva scansare. *Neutralità
disarmata*

*studiata ad arte contraddizione di termini «ossimoro»*


in tutte le *guerre* che scoppiavano intorno a lui, dalle *contese*,
allora frequentissime, tra il clero e le podestà laiche, tra il militare
e il civile, tra nobili e nobili, fino alle *questioni*

*esempio di accumulazione e dimostrazione di abbondanza d'eloquio «copia
dicendi»*

tra due contadini, nate da una parola, e decise coi pugni, o con le
coltellate. Se si trovava assolutamente costretto a prender parte tra
due contendenti, stava col più forte, sempre però alla retroguardia, e
procurando di far vedere all'altro ch'egli non gli era volontariamente
nemico: pareva che gli dicesse: ma perché non avete saputo esser voi il
più forte? ch'io mi sarei messo dalla vostra parte. *Stando* alla larga
da' prepotenti, *dissimulando* le loro soverchierie passeggiere e
capricciose, *corrispondendo* con sommissioni a quelle che venissero da
un'intenzione più seria e più meditata, *costringendo*, a forza
d'inchini e di rispetto gioviale, anche i più burberi e sdegnosi, a
fargli un sorriso, quando gl'incontrava per la strada, il pover'uomo era
riuscito a passare i sessant'anni, senza gran burrasche.

*ultimo brano in cui si vede come riesca a subordinare per asindeto più
e più proposizioni, ecco perché parlo di «arte del periodo»*


VERGA: I MALAVOGLIA:

Lo speziale teneva conversazione sull'uscio della bottega, al fresco,
col vicario e qualchedun altro. *Come* sapeva di lettere

*indebita aferesi <come>=<siccome> che non ha una valida
giustificazione se non forse quella di imitare il miserabile modo
d'esprimersi della gente incolta, intento ancor più miserabile*

leggeva la gazzetta, e la faceva leggere agli altri, e ci aveva anche la
Storia della Rivoluzione francese, che se la teneva là, a portata di
mano, sotto il mortaio di cristallo, *perciò*

*<per-ciò> non <perciò>*

quistionavano tutto il giorno con don Giammaria, il vicario, per passare
il tempo, e ci pigliavano delle malattie dalla bile; ma non avrebbero
potuto stare un giorno senza vedersi. Il sabato poi, quando arrivava il
giornale, don Franco spingevasi sino ad accendere mezz'ora, ed anche
un'ora di candela, a rischio di farsi sgridare dalla moglie, onde
spiattellare le sue idee, e non andare a letto a mo' dei bruti, come
compare Cipolla, o compare Malavoglia. L'estate poi non c'era neppur
bisogno della candela, giacché si poteva star sull'uscio, sotto il
lampione, quando mastro Cirino l'accendeva, e qualche volta veniva don
Michele, il brigadiere delle guardie doganali; e anche don Silvestto, il
segretario comunale, tornando dalla vigna si fermava un momento.

*in questo periodo, dan fastidio due cose soprattutto, <accendeva> in
debitamente ripetuto tale e quale senza nemmeno la briga di cercarsi un
sinonimo, oforse perchè il lessico del verga era molto povero, il che io
sospetto fortemente e quindi era forzato a ripetersi, e <candela>, ma
d'altronde pare di essere nel regno del <pleonasmo>*

------------------------------------------
Siccome scrivere è un'arte che è anche un estiere, bisogna impararlo
bene e spesso non basta questo, bisogna nche avere pensieri nobili. la
stessa differenza tra manzoni e verga, esiste tra le opere di Gluck e
quelle di Mozart, prova a confrontare L'alceste e le nozze di figaro e
capirai che il primo è un compositore divino attento a rendere tutte le
sfumature del sentimento, il secondo invece è un volgare fabbricatore di
note, almeno nell'opera che ti ho citato
Fiorelisa
2005-04-12 15:25:20 UTC
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Post by Lutrin
(...)
Lo speziale teneva conversazione sull'uscio della bottega, al fresco,
col vicario e qualchedun altro. *Come* sapeva di lettere
*indebita aferesi <come>=<siccome> che non ha una valida
giustificazione se non forse quella di imitare il miserabile modo
d'esprimersi della gente incolta, intento ancor più miserabile*
Intento ancor più miserabile? In che senso? Vuoi dire che lo scopo di
imitare il modo di esprimersi della gente incolta è miserabile?
Post by Lutrin
leggeva la gazzetta, e la faceva leggere agli altri, e ci aveva anche la
Storia della Rivoluzione francese, che se la teneva là, a portata di
mano, sotto il mortaio di cristallo, *perciò*
*<per-ciò> non <perciò>*
Perchè non ci può stare "perciò" tutto attaccato?
Post by Lutrin
quistionavano tutto il giorno con don Giammaria, il vicario, per passare
il tempo, e ci pigliavano delle malattie dalla bile; ma non avrebbero
potuto stare un giorno senza vedersi. Il sabato poi, quando arrivava il
giornale, don Franco spingevasi sino ad accendere mezz'ora, ed anche
un'ora di candela, a rischio di farsi sgridare dalla moglie, onde
spiattellare le sue idee, e non andare a letto a mo' dei bruti, come
compare Cipolla, o compare Malavoglia. L'estate poi non c'era neppur
bisogno della candela, giacché si poteva star sull'uscio, sotto il
lampione, quando mastro Cirino l'accendeva, e qualche volta veniva don
Michele, il brigadiere delle guardie doganali; e anche don Silvestto, il
segretario comunale, tornando dalla vigna si fermava un momento.
*in questo periodo, dan fastidio due cose soprattutto, <accendeva> in
debitamente ripetuto tale e quale senza nemmeno la briga di cercarsi un
sinonimo, oforse perchè il lessico del verga era molto povero, il che io
sospetto fortemente e quindi era forzato a ripetersi, e <candela>, ma
d'altronde pare di essere nel regno del <pleonasmo>*
E questo è un male?
Il lessico di Verga non era affatto povero, ma non poteva esprimersi
diversamente. Il suo stile riflette il modo di parlare del mondo che
descrive, come se anche lui appartenesse a quel mondo, e addirittura
come se lo stesso lettore appartenesse a quel mondo. Quindi perchè
doveva per forza trovare sinonimi ed evitare pleonasmi?
E' vero che magari per Verga è stato meno faticoso scrivere i
Malavoglia di quanto non lo sia stato per Manzoni scrivere i Promessi
Sposi (ma chi lo sa, se le cose sono poi andate davvero così?), ma
questo non mi sembra un buon motivo per liquidare I Malavoglia come un
cattivo libro o Verga come uno scrittore incapace.
I Malavoglia vanno benissimo scritti così. Se cominci a rimaneggiarli
togliendo ripetizioni, sgrammaticature, immagini poco eleganti, ecc.,
togli al romanzo una parte importantissima del suo valore e della sua
bellezza.
Post by Lutrin
------------------------------------------
Siccome scrivere è un'arte che è anche un estiere, bisogna impararlo
bene e spesso non basta questo, bisogna nche avere pensieri nobili.
Stai insinuando che Verga non aveva pensieri nobili? Perchè? Quali sono,
secondo te, i pensieri nobili?
Io credo che i Malavoglia sia pieno di pensieri nobili e, pensa un po',
mi sembra che tocchi picchi elevatissimi: leggendo certe pagine dei
Malavoglia sento addirittura le stesse emozioni che provo leggendo i
grandi poemi epici (ma forse questa cosa succede solo a me).

A ogni modo, si è capito che ti piace molto Manzoni e che, al contrario,
odi Verga!
Lutrin
2005-04-12 15:51:50 UTC
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ti ringrazio innanzitutto perché da persona intelligente, non ti
inalberi dinanzi alle mie opinioni che pure sono espresse in maniera
Post by Fiorelisa
Post by Lutrin
(...)
Lo speziale teneva conversazione sull'uscio della bottega, al fresco,
col vicario e qualchedun altro. *Come* sapeva di lettere
*indebita aferesi <come>=<siccome> che non ha una valida
giustificazione se non forse quella di imitare il miserabile modo
d'esprimersi della gente incolta, intento ancor più miserabile*
Intento ancor più miserabile? In che senso? Vuoi dire che lo scopo di
imitare il modo di esprimersi della gente incolta è miserabile?
---------------------------------------------------------------
imitare lo stile incolto di un personaggio per brevi tratti è un fatto,
volerlo riprodurre per un romanzo intero e non virgolettato in un modo
di scrivere che i dotti chiamano *ERLEBTE REDE* discorso indiretto
libero è un altro
Post by Fiorelisa
Post by Lutrin
leggeva la gazzetta, e la faceva leggere agli altri, e ci aveva anche
la Storia della Rivoluzione francese, che se la teneva là, a portata di
Post by Lutrin
mano, sotto il mortaio di cristallo, *perciò*
*<per-ciò> non <perciò>*
Perchè non ci può stare "perciò" tutto attaccato?
-------------------------------------
mi pare che ostacoli, che sia un po' troppo d'intoppo alla conprensione
a una prima lettura, o come si diceva della lettura del greco, *ad
aperturam libri*
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Post by Fiorelisa
Post by Lutrin
*in questo periodo, dan fastidio due cose soprattutto, <accendeva> in
debitamente ripetuto tale e quale senza nemmeno la briga di cercarsi
un >>sinonimo, oforse perchè il lessico del verga era molto povero, il che
io sospetto fortemente e quindi era forzato a ripetersi, e <candela>, ma
Post by Fiorelisa
Post by Lutrin
d'altronde pare di essere nel regno del <pleonasmo>*
------------------------------->
E questo è un male?
----------------------------------
sì,sicuramente, la povertà è sempre un male, e mancando di molte parole
tra cui scegliere, sarai forzato a ricorrere sempre alle stesse,
forzandole a significare cose che non c'entran nula col loro significato
originario, con sonseguente perdità della proprietà di linguaggio.
intendiamoci, un letterato può anche comportarsi in questo modo
volutamente, ma la ridondanza di parole ed espressioni nei malavoglia è
troppo sistematica perché , a mio parere, si possa pensare a una precisa
volontà, perché un simile modo do scrivere, ripugna anche al più
ignobile degli scribacchini.
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Post by Fiorelisa
E' vero che magari per Verga è stato meno faticoso scrivere i
Malavoglia di quanto non lo sia stato per Manzoni scrivere i Promessi
Sposi (ma chi lo sa, se le cose sono poi andate davvero così?), ma
questo non mi sembra un buon motivo per liquidare I Malavoglia come un
cattivo libro o Verga come uno scrittore incapace.
------------------------------------------------------------------
io penso che se era un bravo letterato, per lui dev'essere stato più
difficile esprimersi male piuttosto che scriver bene. io ho fatto il
cantante lirico e ti assicuro che una volta presa l'intonazione...era
difficilissimo stonare volutamente
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Post by Fiorelisa
I Malavoglia vanno benissimo scritti così. Se cominci a rimaneggiarli
togliendo ripetizioni, sgrammaticature, immagini poco eleganti, ecc.,
togli al romanzo una parte importantissima del suo valore e della sua
bellezza.>
Post by Lutrin
------------------------------------------
rifarli no, perché sarebbe come rifare dritta la torre di Pisa, il
berni, però rifece l'orlando innamorato del boiardo e gli riuscì assai
bene;-)
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Post by Fiorelisa
Post by Lutrin
Siccome scrivere è un'arte che è anche un estiere, bisogna impararlo
bene e spesso non basta questo, bisogna nche avere pensieri nobili.
Stai insinuando che Verga non aveva pensieri nobili? Perchè? Quali sono,
secondo te, i pensieri nobili?
---------------------------------------------------------
sono questi:

*le lacrime che verso mentre scrivo queste parole, saranno probabilmente
le ultime con le quali onoro la memoria di quella donna straordinaria...*

Giacomo Casanova
Post by Fiorelisa
Io credo che i Malavoglia sia pieno di pensieri nobili
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sono pieni di proverbi, questo sì
-------------------------------------------------------
A ogni modo, si è capito che ti piace molto Manzoni e che, al contrario,
Post by Fiorelisa
odi Verga!
-------------------------------------------------------
non arrivo a questo punto, però non mi è simpatico quanto altri, come
del resto, detesto Donizzetti che i suoi contemporanei chiamavano
*Dozzinetti* e amo incondizionatamente Vivaldi metti a confronto un
brano di Donizzetti e uno di Vivaldi e avrai l'idea precisa di nobiltà

cmq. prometto che in futuro sarò meno categorico e più aperto alla
discussione, in fondo tutto è relativo. dinanzi a Manzoni verga è un
nao, ma al confronto con molti moderni, è un gigante ;-) persino Mozart
uscirebbe sminuito dal confronto con Gluck o Vivaldi, per citarlo ancora...
Fiorelisa
2005-04-12 16:49:19 UTC
Permalink
Post by Lutrin
ti ringrazio innanzitutto perché da persona intelligente, non ti
inalberi dinanzi alle mie opinioni che pure sono espresse in maniera
(...)

Ho letto tutto.
Non ho trovato nulla di scandaloso nelle tue argomentazioni! :)
Perciò rispetto il tuo pensiero, condivido l'ammirazione che hai per
Manzoni, anche se trovo che tu sia troppo severo con il povero Verga.
A ogni modo, vedo che ciò dipende sopratutto da una questione di tuo
gusto personale.

Alla prossima!
Antonion
2005-05-12 12:24:08 UTC
Permalink
Post by Fiorelisa
Post by Lutrin
ti ringrazio innanzitutto perché da persona intelligente, non ti
inalberi dinanzi alle mie opinioni che pure sono espresse in maniera
(...)
Ho letto tutto.
Non ho trovato nulla di scandaloso nelle tue argomentazioni! :)
Perciò rispetto il tuo pensiero, condivido l'ammirazione che hai per
Manzoni, anche se trovo che tu sia troppo severo con il povero Verga.
A ogni modo, vedo che ciò dipende sopratutto da una questione di tuo
gusto personale.
Alla prossima!
Sono di Acitrezza! Ho una illuminazione per tutti voi: Verga scrive
Acitrezza, scrive con il linguaggio dei trezzoti (ripetitivo, fatto di
motti, di esperienze, povero di vocaboli). Se oggi qualcuno di voi
parlasse con un vecchio pescatore di Trezza capirebbe l'incredibile
operazione che Verga è riuscito a fare. Nei Malavoglia si respira quello
che Trezza era (e per alcuni versi ancora è). Un mondo corale. Un paese
dove ognuno sapeva tutto di tutti. Vi invito invece a prestare attenzione
alla frase che chiude il romanzo. Ditemi cosa ne pensate?
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
baol
2005-05-12 16:29:50 UTC
Permalink
Post by Antonion
Sono di Acitrezza! Ho una illuminazione per tutti voi: Verga scrive
Acitrezza, scrive con il linguaggio dei trezzoti (ripetitivo, fatto di
motti, di esperienze, povero di vocaboli).
Bè, proprio un'illuminazione non è, ma comunque grazie.
Post by Antonion
Vi invito invece a prestare attenzione
alla frase che chiude il romanzo. Ditemi cosa ne pensate?
Che la Sicilia è irredimibile. E tu?
Salutoni
Baol

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

Strelnikov
2005-04-22 11:23:24 UTC
Permalink
Post by Lutrin
del resto, detesto Donizzetti
Ehm, DoniZetti.....

[ :-) ]

Ciao
OlMirko
Leo Borbone
2005-04-12 16:01:00 UTC
Permalink
Lasciando per un momento perdere le varie sintassi e figure e
costrutti, a me la scelta linguistica di Manzoni appare un pò angusta
perchè impone un modello al quale uniformarsi.

Mi spiego meglio
Secondo me è un controsenso far parlare i più umili dei suoi
personaggi (tutti lombardi e per giunta del '600) secondo la lingua
fiorentina parlata da gente colta.
Quindi a cosa gli è servito "risciacquare i cenci in Arno"?
Non avrebbe fatto meglio a risciacuarli in Adda?

Io apprezzo più uno scrittore come Verga che non ha risciacquato i
panni da nessuna parte, non ha offerto modelli ai quali uniformarsi e
che ha modulato il linguaggio su quello dialettale della sua Sicilia
(come del resto verismo impose)


Indubbiamente da un punto di vista tecnico- costruttivo sono migliori
i Promessi sposi ma questa palese e contradddittoria forzatura
linguistica operata da Manzoni a me sa più di artificio

forse per vendere qualche copia dei promessi sposi in più :-))
Lutrin
2005-04-12 16:11:13 UTC
Permalink
Post by Leo Borbone
Lasciando per un momento perdere le varie sintassi e figure e
costrutti, a me la scelta linguistica di Manzoni appare un pò angusta
perchè impone un modello al quale uniformarsi.
Mi spiego meglio
Secondo me è un controsenso far parlare i più umili dei suoi
personaggi (tutti lombardi e per giunta del '600) secondo la lingua
fiorentina parlata da gente colta.
Quindi a cosa gli è servito "risciacquare i cenci in Arno"?
Non avrebbe fatto meglio a risciacuarli in Adda?
Io apprezzo più uno scrittore come Verga che non ha risciacquato i
panni da nessuna parte, non ha offerto modelli ai quali uniformarsi e
che ha modulato il linguaggio su quello dialettale della sua Sicilia
(come del resto verismo impose)
Indubbiamente da un punto di vista tecnico- costruttivo sono migliori
i Promessi sposi ma questa palese e contradddittoria forzatura
linguistica operata da Manzoni a me sa più di artificio
forse per vendere qualche copia dei promessi sposi in più :-))
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ma lo sai che ci hai preso? infatti in un libro che racconta del
processo che Manzoni intentò a Le monnier che ristampò senza la sua
autorizzazione il romanzo, egli (manzoni), dice proprio questo, che
voleva vendere qualche copia in pù!
Leo Borbone
2005-04-13 14:19:28 UTC
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Post by Fiorelisa
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ma lo sai che ci hai preso? infatti in un libro che racconta del
processo che Manzoni intentò a Le monnier che ristampò senza la sua
autorizzazione il romanzo, egli (manzoni), dice proprio questo, che
voleva vendere qualche copia in pù!
Saresti così gentile da darmi il titolo di quel libro?

Mi piacerebbe saperne qualcosa di più

Grazie
Lutrin
2005-04-13 14:57:04 UTC
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Post by Leo Borbone
Post by Fiorelisa
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ma lo sai che ci hai preso? infatti in un libro che racconta del
processo che Manzoni intentò a Le monnier che ristampò senza la sua
autorizzazione il romanzo, egli (manzoni), dice proprio questo, che
voleva vendere qualche copia in pù!
Saresti così gentile da darmi il titolo di quel libro?
Mi piacerebbe saperne qualcosa di più
Grazie
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è difficile trovarlo, comunque il titolo è questo:

*ALESSANDRO MANZONI*

*PROCESSO MANZONI-LE MONNIER*

*EDIZIONI LA SPIGA"

la seconda di cpertina recaanche l'indicazione:

*libreria meravigli editrice
rec.via meravigli 18- tel .871815, Milano*
fon
2005-04-15 21:52:10 UTC
Permalink
Post by Rikardo
Qualcuno saprebbe spiegarmi come mai un romanzo come "I promessi sposi"
ebbe tanto successo di pubblico e uno come "I Malavoglia" invece si è
rivelato un vero e proprio fallimento
la letteratura di bello ha che la fortuna dei libri cambia con le
epoche. verrà anche il momento che i malavoglia, si dirà, varrà più
dei promessi sposi. sul successo e il fallimento di un'opera
all'esordio, non so, non sono un pubblicitario ;)
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